Prende il via oggi "IN CAMPO! Senza caporale", un nuovo progetto di inclusione sociale attraverso l’agricoltura avviato dall'associazione Terra! in una zona della Puglia, la Capitanata, fortemente esposta a fenomeni di caporalato e sfruttamento del lavoro bracciantile. L'obiettivo è creare un network di aziende sostenibili capaci di accogliere alcuni lavoratori migranti finora confinati nei ghetti e sviluppare insieme filiere trasparenti di produzione, in cui la tutela dell'ambiente e dei diritti siano l'esempio di un nuovo modo di produrre, virtuoso e legale.
Attraverso lo stanziamento di borse lavoro retribuite, i lavoratori stranieri saranno inseriti per 10 mesi all’interno di alcune aziende biologiche selezionate nella zona di Cerignola: tra queste, le cooperative sociali Altereco e Pietra di Scarto, che operano su beni confiscati alla mafia.
Durante il tirocinio, i partecipanti saranno supportati da un gruppo di docenti selezionati da Terra! che – in aula e sul campo – offriranno loro un percorso di formazione professionale in ambito agricolo (dalla produzione in biologico alla commercializzazione dei prodotti), nonché approfondimenti sulla legislazione vigente in termini di contratti di lavoro e permessi di soggiorno.
In questo percorso datori di lavoro e lavoratori studieranno e realizzeranno insieme un prodotto etico e trasparente i cui proventi saranno reinvestiti per garantire la continuità del rapporto lavorativo al termine del tirocinio. Al fine di garantire un ulteriore sostegno nel percorso di integrazione e autonomia lavorativa, i lavoratori alloggeranno all’interno del contesto urbano di Cerignola in una soluzione abitativa consona.
Il progetto nasce dall’esperienza maturata in questi anni da Terra! con inchieste e campagne sulle filiere alimentari e il caporalato. In particolare, la Campagna #FilieraSporca ha evidenziato gli elementi disfunzionali di alcune produzioni simbolo del Made in Italy, ricostruendo il percorso dei prodotti dal campo allo scaffale del supermercato per poi spingere la politica e le aziende a incrementare la trasparenza delle filiere.
In questo contesto, è opportuno ricordare le condizioni inaccettabili di lavoro che oggi sono sotto gli occhi di tutti resistono grazie a un sistema miope, che comprime i costi del lavoro per poter vendere i prodotti a prezzi scandalosamente bassi. Garantire completa trasparenza nei prezzi e nell'etichettatura può consentire al consumatore di orientare le politiche della grande distribuzione e dell'industria, riducendo fenomeni come il lavoro nero e il caporalato.
"IN CAMPO! Senza caporale" è stato presentato oggi in una conferenza stampa a Foggia, alla presenza delle istituzioni regionali e provinciali, dei sindacati e delle aziende agricole.