Pubblicato da Redazione
il 04/10/2023
Torna lo sciopero per il clima convocato a livello nazionale dal movimento dei Fridays for Future. Anche Terra! scende in piazza!
Quest’anno lo sciopero cade il 6 ottobre, giorno in cui le piazze delle maggiori città italiane si riempiranno di corpi, voci, striscioni. Migliaia di persone sfileranno nei cortei al grido di #Resistenzaclimatica.
Molto più di uno slogan, è un invito a rispondere alle politiche negazioniste del cambiamento climatico, è una chiamata a raccolta di tutte le persone che credono che un sistema alternativo, sostenibile e rispettoso dei diritti, sia ancora possibile.
Perché la trasformazione non è più rinviabile. Non possiamo più accettare scuse ideologiche di una classe dirigente che, ogni giorno, smantella le politiche necessarie alla transizione ecologica e alla giustizia sociale. Una transizione che deve essere equa e non deve lasciare nessuno e nessuna indietro.
Scendiamo in piazza anche perché è proprio l’inazione politica uno dei fattori che, nei prossimi anni, rischia di moltiplicare la portata dei danni che stiamo subendo a causa della crisi climatica. Nubifragi, siccità e ondate di caldo stanno diventando la nuova normalità che causa danni incalcolabili alle persone e all'ambiente.
Sempre più numerosi e sempre più potenti, l’estate appena passata ci ha dimostrato come gli eventi climatici avranno gravi conseguenze sulla produzione e sul lavoro di migliaia di persone.
Ora è necessario ripensare il nostro modello di sviluppo e di produzione, comprendere fino in fondo che questi fenomeni rappresentano la sfida giornaliera per un numero sempre più alto di persone.
Secondo noi di Terra! la priorità è ridurre le emissioni di tutti i sistemi produttivi, a partire dai sistemi alimentari che secondo il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC), si aggirano intorno agli 11/19 miliardi di tonnellate all'anno. Ma allo stesso tempo, l'impatto del climate change sull'agricoltura è drammatico e finora ha prodotto un incredibile abbassamento della produttività e una diminuzione del valore dei terreni agricoli, determinando un impoverimento di tutto il settore.
Per questo saremo in piazza, il prossimo venerdì 6 ottobre, e anche noi saremo pare della Resistenza climatica. Anche noi chiederemo l'attuazione di nuove politiche, realmente a sostegno della transizione ecologica dei nostri sistemi economici.