Pubblicato da Redazione
il 06/05/2020
In un momento di crisi dell'agricoltura e di emergenza sanitaria, gli stranieri irregolari che vivono in ghetti e baraccopoli sono tra le persone più esposte al rischio di contagio, oltre ad essere tagliate fuori dal mercato del lavoro ed esposte al caporalato. La regolarizzazione a fronte di contratti di lavoro permetterebbe loro di accedere ai servizi sanitari, a soluzioni abitative consone e ad un lavoro più equamente retribuito.
Per questo Terra! e Flai CGIL hanno lanciato la campagna #Regolarizzateli con un appello alle istituzioni che, dal 20 marzo ad oggi, ha raccolto le firme di centinaia di associazioni e personalità, fra cui il Cardinale Konrad Krajewski (Elemosiniere di Papa Francesco), Don Ciotti, Roberto Saviano, Luigi Manconi, Mimmo Lucano, Fabrizio Barca. Fra le principali organizzazioni aderenti ci sono Caritas, Fondazione Migrantes, Libera, Emergency, Arci, Acli, ActionAid, Oxfam.
Tuttavia, dopo un iniziale apertura da parte del governo alle richieste della società civile, oggi la maggioranza si divide per la paura di perdere consenso con una misura che invece sarebbe un atto di giustizia e di coraggio.
"E' raccapricciante che a ridosso di un Consiglio dei Ministri cruciale per la regolarizzazione dei braccianti stranieri che vivono in Italia, emergano spaccature nel governo - dice Fabio Ciconte, direttore di Terra! - Non si possono fare calcoli politici sulla vita e la salute delle persone, soprattutto in un momento come questo. Se non si getta il cuore oltre l'ostacolo il nome di chi ha voltato la testa resterà scolpito nella storia".