Pubblicato da Redazione
il 05/03/2024
Ci sono volute dieci ore di trattative perché l'Eurocamera e il Consiglio Ue trovassero un accordo provvisorio sul regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi, che fissa obiettivi di riduzione del packaging in Ue fino al 2040.
Le nuove misure mirano a rendere gli imballaggi utilizzati in UE più sicuri, sostenibili e riciclabili, riducendo al minimo la presenza di sostanze nocive.
La liberale belga Frédérique Ries lo ha definito un «accordo storico e insperato». Ma la presidenza belga, alla guida semestrale dell'Ue, in realtà ha corretto il tiro, dopo le critiche al testo del regolamento arrivate soprattutto da Italia e Germania, che lamentavano l'impatto economico della normativa sul settore industriale. L'Italia ha più volte fatto presente che il comparto del riciclo a livello nazionale ha raggiunto vette del 70 per cento contro una media europea che si attesta sul 50 per cento.
Il nostro paese si è contraddistinto per essere stato l'unico stato in Ue a votare contro il mandato negoziale adottato a dicembre scorso, che introduceva, tra le altre cose, il divieto di commercializzare prodotti ortofrutticoli in plastica, come la famosa insalata in busta. La cosiddetta IV gamma, di cui Terra! ha denunciato l'impatto agricolo e ambientale qui. Pressioni italiane che sembra abbiano proprio raggiunto l'obiettivo, visto che nel testo approvato, per ora le insalate in busta sembrano salve.
Gli obiettivi di riduzione degli imballaggi stabiliti sono del 5 per cento entro il 2030, 10 per cento entro il 2035 e 15 per cento entro il 2040. Ai paesi membri verrà imposto in particolare di ridurre la quantità di rifiuti di imballaggio in plastica. A partire dal nuovo decennio saranno vietate alcune plastiche monouso come quelle per frutta e verdura fresca non trasformata e per gli alimenti e bevande consumati nei bar e nei ristoranti. E' stato inoltre introdotto il divieto per buste in plastica molto leggere (sotto i 15 micron) fatta eccezione per motivi igienici oppure per alimenti sfusi, necessarie quindi a prevenire sprechi. Agli stati è stata concessa una deroga di cinque anni sugli obiettivi di riuso di almeno il 10 per cento degli imballaggi per bevande alcoliche e analcoliche entro il 2030.
Inoltre su richiesta del Parlamento, gli Stati membri dovranno incentivare ristoranti, mense, caffetterie e bar a offrire acqua del rubinetto in un formato riutilizzabile o ricaricabile.
Adesso il Parlamento e il Consiglio dovranno approvare formalmente l’accordo prima che possa entrare in vigore.