Pubblicato da Redazione
il 29/09/2021
Oggi è la Giornata internazionale di consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari, istituita dalle Nazioni Unite nel 2019. Per il secondo anno, dunque, le istituzioni internazionali ci invitano a riflettere sull'impatto che hanno gli sprechi di cibo dei consumatori, ma anche quelli che avvengono lungo la filiera.
Sono impatti ambientali ed economici, perché se da un lato il cibo che non arriva sulle nostre tavole (così come quello che gettiamo via) è una fonte di gas serra inutilmente generati, dall'altro comporta una perdita economica per i/le produttori/trici che non possono commercializzarlo.
E' su questo spreco alimentare "all'origine" che si concentra la nostra campagna #SiamoAllaFrutta, con l'intendo di mostrare l'enorme quantità di cibo che non arriva nemmeno nelle nostre case, perché i supermercati impediscono l'accesso sugli scaffali ai prodotti che non sono esteticamente perfetti.
Lo fanno applicando pedestremente le norme europee del regolamento 543/2011, che assegnano delle categorie ai prodotti ortofrutticoli in base alla loro bellezza e grandezza, scoraggiando così quelli meno grandi e con piccoli difetti.
Ma in tempi di cambiamento climatico, in cui gli/le agricoltori/trici sono costrettə sempre più spesso a fare i conti con gelate, grandinate, siccità e piogge torrenziali, i prodotti ortofrutticoli che presentano ammaccature o imperfezioni crescono a dismisura. Se i supermercati continuano a non acquistarli, anche se sono altrettanto buoni dal punto di vista organolettico, chi produce il nostro cibo si troverà presto in una crisi senza via di uscita.
Per questo, con la nostra campagna #SiamoAllaFrutta, stiamo chiedendo loro di firmare con noi l'appello al Ministro dell'Agricoltura, Stefano Patuanelli, per il superamento delle rigide norme sul calibro e l'estetica dei prodotti, oltre che delle pratiche di acquisto della grande distribuzione.