Pdl "Oltre gli allevamenti intensivi": chiediamo la calendarizzazione in Parlamento

Pubblicato da Redazione

il 22/07/2024

È stata ufficialmente depositata alla Camera dei deputati la proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi. Per una transizione agro-ecologica della zootecnia”, che insieme alle associazioni Greenpeace Italia, ISDE – Medici per l’ambiente, Lipu e WWF Italia, Terra! ha presentato lo scorso febbraio a Montecitorio. 

La proposta di legge è passata al vaglio degli uffici competenti, con minime revisioni e integrazioni e ora è arrivato il momento che venga calendarizzata alla Camera per essere discussa alla ripresa dei lavori, dopo la pausa estiva. 

Oltre alle firme dei primi 15 parlamentari, in questi mesi si sono aggiunte anche quelle di Ciani (PD), Gribaudo (Pd), Lacarra (PD), Prestipino (PD), Scotto (Pd), Furfaro (PD), Speranza (PD), Romeo (PD), per un totale di 20 sottoscrizioni provenienti da 5 diversi gruppi politici. Un sostegno unanime alla nostra proposta.

Qual è la nostra proposta?

Il testo di legge propone di rendere protagoniste le piccole aziende agricole, riconoscendo il giusto prezzo ai piccoli produttori e garantendo ai consumatori l’accesso a cibi sani e di qualità, secondo i valori positivi del made in Italy: un cambiamento che deve partire da un freno all’ulteriore espansione dei maxi-allevamenti intensivi, specie nelle zone che già subiscono le conseguenze ambientali e sanitarie di un eccessivo carico zootecnico.

Per incoraggiare la transizione ecologica delle grandi e medie aziende la proposta prevede inoltre un piano di riconversione del comparto, finanziato con un fondo dedicato e, nell’immediato, una moratoria all’apertura di nuovi allevamenti intensivi e all’aumento del numero di animali allevati in quelli già esistenti.

 «Siamo molto soddisfatti che altri parlamentari abbiano deciso di sottoscrivere il testo di legge: una proposta di buon senso, improntata alla tutela dell’ambiente e della salute pubblica, ma anche al sostegno dei lavoratori del comparto e del benessere animale. Ci auguriamo ora che il testo venga calendarizzato per essere discusso alla Camera alla ripresa dei lavori», dichiarano le cinque associazioni. «Gli eventi climatici estremi sempre più frequenti, con pesanti ricadute sulla qualità dell’aria dell’acqua e del suolo, così come la crisi del settore agro-zootecnico, impongono una rapida transizione verso un modello che abbandoni i metodi intensivi e punti a una maggiore efficienza alimentare, prediligendo produzioni a più basso consumo di risorse e dai minori impatti ambientali, sociali e sanitari. Per questo, in autunno saremo impegnati nell’organizzazione di nuove iniziative a sostegno della proposta, con il coinvolgimento degli enti locali e dei territori che fanno i conti con le ricadute di questo sistema divenuto ormai insostenibile».


Perché il settore zootecnico va riformato?

Il sistema zootecnico è responsabile di oltre due terzi delle emissioni nazionali di ammoniaca che ha conseguenze sulla salute umana, specie per le emissioni di polveri sottili.

Gli oltre 600 milioni di animali allevati in modo intensivo ogni anno in Italia richiedono un grande uso di risorse spesso sottratte al consumo diretto umano. Due terzi dei cereali commercializzati nell’UE diventano mangime e circa il 70% dei terreni agricoli europei è destinato a coltivazioni per l’alimentazione animale che richiedono l’utilizzo di enormi quantitativi di acqua. Le condizioni di lavoro sono spesso dure e precarie. Inoltre il sistema intensivo ha un impatto diretto ed indiretto sulla biodiversità, sia degli ambienti agricoli, ma anche di quella acquatica.

A ciò si aggiunge che il comparto agro-zootecnico soffre di grandi iniquità: l’80% dei fondi europei per l’agricoltura italiana finisce nelle casse di appena il 20% dei beneficiari, un sistema che penalizza le piccole aziende e favorisce le più grandi.


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