Modifiche al Piano strategico della PAC: la lettera al governo delle associazioni ambientaliste

Pubblicato da Redazione

il 30/07/2024

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Poco ascolto delle associazioni ambientaliste e un nuovo attacco alle ambizioni green in agricoltura. Prima del voto all'Europarlamento, il governo Meloni ha deciso di fare prevalere la linea messa a punto frettolosamente e all'unanimità dai governi degli stati membri, nei mesi scorsi, dopo le proteste dei "trattori". Proteste che, infiammate dalla strumentalizzazione delle destre europee, hanno fatto emergere un conflitto -a dir vero inesistente- tra agricoltura e transizione ecologica. Il risultato è una rifoma della Politica Agricola Comune (PAC) entrata in vigore dal gennaio 2023, ossia l'insieme di finanziamenti su cui poggia il settore primario, e che rappresenta un terzo del bilancio europeo. Una riforma che ha demolito dalle fondamenta alcuni pilastri delle politiche green in Ue.

Ecco perché, in una lettera rivolta al Ministero delle Politiche Agricole, Sovranità Alimentare e Foreste (MASAF) e al Ministero dell'Ambiente, 12 associazioni, tra cui Terra!, hanno inviato alcune osservazioni al Decreto Ministeriale del 28 giugno 2024 con cui il MASAF ha dato attuazione al Regolamento UE 2024/1468 del 14 maggio 2024, che ha modificato la PAC.

Nel dare attuazione a questa riforma, il Ministero guidato da Francesco Lollobrigida ha impoverito le già scarse ambizioni green del Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-2027 (PSP)- che è lo strumento con cui la PAC arriva agli stati membri- penalizzando proprio quegli agricoltori più virtuosi che intendono investire nel futuro della propria azienda privilegiando la tutela della biodiversità e della fertilità del suolo.

COSA PREVEDONO LE MODIFICHE DEL GOVERNO?

Con la riforma della PAC, viene introdotta la possibilità per le aziende di applicare la diversificazione delle colture e non la rotazione, che invece permette una salvaguardia della fertilità dei suoli, tanto da essere uno dei principi chiave dell’agricoltura biologica e agroecologica.

Inoltre, per compensare l’eliminazione dell’obbligo del 4% di aree naturali nei seminativi, il decreto non introduce un nuovo impegno volontario per gli agricoltori per la tutela dell’ambiente e del clima (Eco-schema), come previsto dal regolamento comunitario, ma modifica l’esistente Eco-schema 5 dedicato alle misure per gli impollinatori, riducendone il potenziale poiché mantiene inalterata la dotazione finanziaria.

Il Decreto Ministeriale, inoltre, riconosce agli agricoltori il pagamento compensativo ad ettaro per le aree dedicate tutela della biodiversità fino ad una superficie massima del 4%, ripagando l'agricoltore che cioè fa anche il minimo sforzo per proteggere gli ecosistemi.

COSA DENUNCIANO LE ASSOCIAZIONI

Le dodici Associazioni, con un documento di osservazioni al Decreto del MASAF, hanno rilanciato una nuova proposta, già fatta in sede di preparazione del PSP, di inserimento di un nuovo Eco-schema dedicato ai pagamenti per le aree agricole restituite alla natura fino al 10% dei terreni, in coerenza con l’obiettivo indicato dalle Strategie europea e nazionale per la Biodiversità 2030 ed in coerenza con l’approvazione del Regolamento europeo sul ripristino della natura (Nature Restoration Law), che all’art. 11 prevede impegni per la rinaturalizzazione delle aree agricole.

Le dodici Associazioni hanno inoltre evidenziato la mancanza di coinvolgimento delle parti sociali in questo processo di modifica.

Nonostante nei “considerato” in premessa al testo ministeriale si parli di “adeguata e diffusa informazione rivolta ai portatori di interesse coinvolti dalle azioni oggetto del presente decreto”, a nessuna delle nostre Associazioni è mai pervenuta una richiesta di commento né tanto meno di incontro”. 

Non possiamo che registrare che il mancato coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse e l’assenza di informazioni sull’attuazione del PSP sono una evidente violazione delle regole dell’Unione Europea per la gestione della PAC.


Le associazioni firmatarie della lettera sono: 

AIAB, AIDA, CIWF, Essere Animali, Greenpeace, Legambiente, Lipu, ISDE, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Terra!, WWF 

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