Le parole del cibo: uscire dalla comfort zone. Si può e si deve

Pubblicato da Redazione

il 11/06/2024

Eleonora Cavallari a Bari

Pubblichiamo la riflessione della nostra vicedirettrice Eleonora Cavallari sulla rassegna "Le parole del cibo", che abbiamo portato a Bari dal 21 al 24 maggio


La Settimana della biodiversità pugliese si è conclusa da poco più di due settimane eppure sento molte delle emozioni provate a Bari ancora vive, come se tutto fosse accaduto ieri.

Dal 2015 con Terra! siamo stati tantissime volte in Puglia. Per tantissimi anni denunciando il modello agroindustriale che genera lo sfruttamento di migliaia di lavoratrici e lavoratori nei campi, più recentemente svelando il ruolo che potenti club giocano nel mercato, decidendo chi e come può coltivare varietà sotto brevetto. 

Grazie a questo lavoro, ho avuto la fortuna di incontrare Pietro Santamaria, professore ordinario dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, presso il Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli alimenti (Disspa). 

Quando l’ho visto per la prima volta, non ho potuto fare a meno di notare quanta passione, voglia di far conoscere la storia nascosta dietro ogni singola varietà orticola locale avesse. 

Dopo tanti anni di insegnamento, gli occhi di Pietro continuano ad illuminarsi non appena si inizia a parlare della Carota di Polignano o del Carciofo bianco tarantino, mentre io inizio a pensare alle poche specie vegetali e alle pochissime varietà che, soprattutto nei grandi centri urbani, ci siamo abituati a mangiare e a chiedermi come sia potuto accadere tutto questo, senza quasi accorgercene.

Pietro è un custode di saperi antichi ma è anche un vulcano di idee, che riescono a prendere forma grazie all’operosità e all’energia di Adriano Didonna, un bravissimo dottorando del Disspa dai modi gentili. Grazie alla loro passione e alla loro disponibilità, Maria Panariello (l’eccezionale collega che per Terra! ha coordinato il progetto) è riuscita sin da subito a lavorare con un grande spirito di collaborazione. 

Il prof ci riempie di pubblicazioni da studiare e portare a Roma. Mi colpisce la frase scritta nella quarta di copertina di una di queste “i contadini di Puglia; un popolo di formiche che ha trasformato una terra di pietra e una terra senza acqua in giardino” perchè penso sia simile a quella di altre regioni d’Italia. E così la mente vola alla storia della mia famiglia contadina umbra, al progetto che con Terra! abbiamo sviluppato a Lampedusa grazie alla caparbietà della collega Silvia Cama e di un altro professore nostro amico, Tommaso La Mantia, del Dipartimento di Ecologia forestale all'Università di Palermo. Penso agli anni in cui ho conosciuto l’associazione, al lavoro portato avanti per tutelare e diffondere le antiche varietà di semi in tutta Italia insieme ai tanti ortisti incontrati.

E penso allora che quello che abbiamo ideato è davvero una gran figata: una rassegna di 4 giorni dal titolo “Le parole del cibo” che, all’interno della Settimana della biodiversità pugliese, mette al centro, nella città di Bari, i temi cruciali della tutela della biodiversità e di un sistema alimentare accessibile e sostenibile, attraverso uno spettacolo teatrale e 3 giorni di dibattiti dedicati a "Food", "Estetica" e "Limite".

Quello che è successo poi in quei giorni a Bari, lo avrete probabilmente già letto nel vivace racconto condiviso dal nostro mitico Valentino Affinita o visto attraverso i nostri canali social di Terra!. 

Partiamo dal monologo teatrale Che fine ha fatto Rosmarina? - Sulle tracce della biodiversità”, diretto da un’amica e professionista d’eccezione, Carmen Vogani, che ha visto salire per la prima volta sul palco Fabio Ciconte nella veste di attore. Un Fabio inedito che, animato dalla sua solita e incessante passione civile, ha incoraggiato, esortato tutte e tutti noi presenti a fare di più, a pretendere di più dalle istituzioni per non continuare ad affrontare il presente e il futuro come meri consumatori ma a prenderlo in mano come cittadini.

Fino ad arrivare ai tre talk dedicati a "Food", "Estetica" e "Limite" che, provando ad uscire dai soliti paradigmi, abbiamo pensato e costruito per mettere a confronto mondi e approcci diversi rispetto ai temi del cibo, della tutela della biodiversità, del rapporto che lega agricoltura e cambiamenti climatici. 

Perché uscire dalla comfort zone, aiuta a crescere, stimola nuove domande e quindi genera nuove risposte.  D’altronde, come ha spiegato bene la Dottoressa Barbara Gavallotti in un suo intervento a DiMartedì qualche settimana fa, “La normalità della natura è la varietà. In genere una specie, se tutti gli individui sono uguali l’uno all’altro, presto si estingue.” E a noi di Terra! piace fare questo. Vivere la nostra dimensione associativa come la natura. Abbracciando le differenze. Non sottraendoci mai al confronto ma, anzi, cercandolo. Che passi attraverso il linguaggio scientifico, investigativo, politico, social, l’importante è continuare a vivacizzarlo per promuovere la cultura del cambiamento.

Ci vediamo presto in giro =)


Eleonora Cavallari

 

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