Pubblicato da Redazione
il 08/11/2023
Il progetto Di.Agr.A.M.M.I centro-sud, con cui abbiamo realizzato interventi socio- lavorativi finalizzati alla prevenzione e al contrasto dello sfruttamento e del caporalato in agricoltura, sta per volgere al termine. Un lavoro di squadra, che spesso ha trovato nella rete di partner che si è andata costituendo, guidata dalla Flai CGIL, un supporto fondamentale per il buon esito di alcuni processi. Oggi, dopo quasi due anni di lavoro ci sembrava giusto raccontare cosa è stato fatto nei territori in cui, non senza fatica, abbiamo portato avanti questa progettualità, riuscendo ad andare spesso oltre gli obiettivi richiesti.
Grazie anche al lavoro di coordinamento del responsabile di progetto Daniele Caucci e di Elisa Conti, che si è occupata delle questioni amministrative, abbiamo portato a termine 21 inserimenti di lavoratori agricoli e 46 work experience, in tutte le regioni del Sud in cui abbiamo lavorato.
Cifre che non sono solo dati, perché per ognuna di queste persone è stato fatto un lavoro importante, di professionalizzazione e di gestione delle tante criticità che purtroppo il comparto agricolo presenta: dall’assenza di casa e trasporti all’apertura di un conto in banca, dall’emersione di storie di sfruttamento ai problemi di reclutamento delle aziende agricole. Attraverso alcuni cicli di incontri, curati da Giorgia Bocca, abbiamo fatto capire il valore della formazione a lavoratori e aziende.
Per ciascuno dei lavoratori così come per ciascuna azienda incontrata, abbiamo portato avanti i valori e la mission della nostra associazione, che oltre ad occuparsi di filiere da un punto di vista sociale, se ne occupa anche da una prospettiva ambientale. In tantissime situazioni, ci siamo infatti scontrati con l’impatto della crisi climatica in agricoltura, che sta costringendo molti coltivatori a drastici cali produttivi e quindi ad una riduzione nella richiesta di manodopera.
Non solo. Le carenze amministrative e logistiche, presenti su tutto il territorio nazionale, e che denunciamo da anni, favoriscono l’insorgere di sacche di illegalità e di sfruttamento.
Le criticità più evidenti del reclutamento nel settore agroalimentare si estingueranno solo con un’azione politica efficace che migliori le condizioni degli addetti al settore agricolo e che faciliti l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, preparando i territori, dotandoli di servizi adeguati.
In Campania, il nostro Giulio Iocco ha permesso di saldare le relazioni tra lavoratori e aziende agricole, riuscendo a trasformare in inserimenti lavorativi le work experience attivate all’inizio del progetto. In particolare, nell’azienda vitivinicola Matilde Avallone, in provincia di Caserta, alle pendici del vulcano spento di Roccamonfina, è stato compiuto un lavoro straordinario, grazie al rapporto di fiducia che si è instaurato con la realtà aziendale. I 10 lavoratori che hanno svolto le work experience hanno tutti ricevuto un’offerta di lavoro e di questi, in 7 hanno deciso di accettarla. La stessa dinamica si è andata strutturando presso la Fattoria Ponterè, sempre in provincia di Caserta, a Cancello ed Arnone, dove una work experience si è trasformata in inserimento lavorativo. Anche a Campagna (SA), nella cooperativa agricola sociale R-Accogliamo, un lavoratore ha prima svolto una work experience e poi è stato inserito con contratto. Abbiamo costruito solidi legami anche con l'azienda agricola Uliveti Castel San Martino, a Solopaca (BN), che produce olio d'oliva, dove abbiamo realizzato prima una work experience e poi un inserimento lavorativo.
In Puglia, dove Terra! anni fa ha costruito solide relazioni con diverse aziende agricole, con cui abbiamo portato avanti il progetto InCampo!Senza caporale –che potremmo definire un Diagrammi ante litteram-, con il nostro Michele Semeraro, abbiamo scelto di ricontattare le aziende in provincia di Cerignola con cui siamo rimasti in ottimi rapporti- Altereco e Pietra di Scarto- dove abbiamo realizzato tre work experience e due inserimenti lavorativi. Non solo. Il progetto ha avuto uno sbocco anche in altre due aziende, Semi di Vita e Ortogurmet, in provincia di Bari, dove a due lavoratori, dopo la work experience è stato proposto un contratto di lavoro.
In Calabria, con Alessandro Lucisano che ha lavorato sul campo, abbiamo realizzato tre inserimenti lavorativi presso la Cooperativa Sociale Valle del Marro – Libera Terra. A questi si aggiungono quattro percorsi di work experience che abbiamo portato avanti in due aziende vitivinicole in provincia di Reggio Calabria, Azienda Vinicola Tramontana e Azienda Vinicola Criserà, culminati positivamente in due inserimenti lavorativi. Da segnalare il grande lavoro fatto con un lavoratore tunisino sordo muto, che ha svolto una work experience presso la cooperativa Nelson Mandela, sempre in provincia di Reggio Calabria.
In Basilicata, con il lavoro di Paola Andrisani, siamo riusciti ad inserire lavorativamente e socialmente una persona nella provincia di Potenza. Nei primi tre mesi di progetto, al lavoratore è stata infatti trovata una casa- pagata con lo strumento progettuale del voucher abitativo- e successivamente è stato possibile inserirlo nell’azienda Granolat, la stessa in cui precedentemente aveva svolto una work experience. Sempre in Basilicata, a Matera, una lavoratrice egiziana, madre di due bambini, grazie anche ad un’attività di supporto, è riuscita a trovare il coraggio di denunciare le violenze subite dal marito e ha svolto 3 mesi di work experience nella cooperativa Bioflores Ricerca Nuova, che si occupa della produzione e della lavorazione di miele. Anche per la donna la storia potrebbe avere un lieto fine, visto che la cooperativa sta cercando un modo per assumerla a partire dal prossimo anno. Nella stessa provincia di Matera, presso la società agricola A.R.L Dimitra, dedita alla coltivazione di kiwi a polpa gialla, abbiamo effettuato tre work experience e due inserimenti lavorativi.
In Abruzzo e Molise, in due aziende agricole, La Fattoria Di Vaira e l’ Azienda Agricola Gargano - Pollaio Matto , grazie al lavoro di Paolo Crisi, abbiamo realizzato quattro work experience di quattro lavoratori. Un buon risultato, viste le difficoltà logistiche e la crisi di alcune aziende agricole, che stanno gestendo forti cali produttivi a causa dell’impatto dei cambiamenti climatici.
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