Pubblicato da Redazione
il 10/02/2025
Notizie in via di aggiornamento
13/02
Sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta. La Questura di Latina indaga per capire quale fosse l'azienda in cui era impiegato l'uomo ricoverato in ospedale.
Dalle notizie che arrivano, diversamente da quanto abbiamo appreso inizialmente, l'amputazione ha riguardato una sola gamba, ma si teme possa perdere anche l'altra.
+++++++++++++++++++++++++
A Latina un bracciante di nazionalità indiana perde due arti. L'uomo sarebbe ricoverato da due settimane in gravi condizioni, nel reparto di Terapia intensiva coronarica dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Oltre alla grave cardiopatia con cui sarebbe arrivato nella struttura, la probabile esposizione prolungata (si pensa di tre giorni) a pesticidi o diserbanti provenienti dai campi gli ha procurato una grave vasculite autoimmune che ha interessato gli arti inferiori, un braccio, il naso e la milza. Il lavoratore infatti non indossava le dovute precauzioni, previste per legge. Si apprende che i medici sarebbero riusciti a salvare per ora solo il braccio, mentre gli arti inferiori sarebbero stati amputati. Le autorità sono alla ricerca della famiglia dell’uomo per informarla dell’accaduto.
A meno di un anno dalla tragica morte di Satnam Singh, il lavoratore indiano morto a giugno dopo aver perso un braccio nell'azienda agricola in cui lavorava, si torna a parlare di sfruttamento del lavoro in Agropontino. Ci stiamo lentamente abituando ad associare fatti di questo tipo alla nostra agricoltura. Ingiustamente. Perché le aziende che faticano ogni giorno pur di pagare degnamente i propri dipendenti, sono moltissime. Eppure, quando si leggono notizie come questa, riesce ormai sempre più difficile immaginare un cambiamento: cambiare modello, cambiare politiche, e anteporre ai profitti e alla produttività la cura delle persone e dei lavoratori, che sono le leve dell’imprenditoria, anche agricola di questo paese.
Dove sono finiti quei controlli promessi durante l'estate scorsa, sulla scia emotiva della morte di Satnam Singh? Perché si continua a morire o a restare infortunati sul posto di lavoro? La ministra del Lavoro, Calderone, aveva promesso di debellare questo fenomeno e a luglio, nel Decreto Agricoltura, sono stati inseriti sistemi informatici e strumenti normativi, che sulla carta almeno, faciliterebbero controlli e incroci di dati per tutelare le vittime e scoprire chi lavora nell'illegalità. Ma oggi siamo lontani dalla morte di Satnam Singh e di caporalato non si parla più.
Eppure se le condizioni dei lavoratori agricoli fossero al centro del dibattito, tanto quanto il famigerato made in Italy, forse non staremmo a questo punto. A contare gli arti sani di un lavoratore agricolo, a una manciata di chilometri dalla capitale. E invece senza lavoro dignitoso, non può esistere nessuna economia sana.