Il racconto del primo Terra!Camp

Pubblicato da Redazione

il 26/08/2015

Il 15 agosto scorso, si è concluso il primo campo estivo organizzato da Terra! a Lampedusa.

Abbiamo lavorato, per più di una settimana, tutti insieme, volontari grandi e piccoli provenienti da tutta Italia, lampedusani, Terra!, Circolo Legambiente Esther Ada, Università di Palermo, ragazzi del Centro diurno dell’isola, per riqualificare un terreno su cui nasceranno, da settembre, i primi orti del progetto Porto l’Orto a Lampedusa. E mentre lavoravamo, giorno dopo giorno, abbiamo conosciuto l’isola, i suoi abitanti, abbiamo scoperto che Lampedusa è molto di più di quello che giornali e tv lasciano passare e l'abbiamo raccontato attraverso foto e brevi storie sulla nostra pagina facebook.
Così tra una riunione e l’altra sulla cupola geodetica da costruire e installare, i racconti su Lampedusa e le sue tradizioni, i calcinacci da rimuovere, i tanti dialoghi con gli isolani, la formazione sul compostaggio e sull’agricoltura naturale, ecco che un semplice terreno è diventato piano piano un luogo di incontro e sperimentazione, coltivazione e approfondimento, un luogo vivo e simbolico nel centro del paese, strappato al degrado, dove gli orti che a settembre verranno assegnati ai lampedusani che ne hanno fatto richiesta e ai ragazzi del Centro diurno, avranno anche una funzione di salvaguardia e custodia ambientale.

C'è questo e molto altro attorno a quel lembo di terra. C'è l'idea che partendo dagli orti comunitari si possa restituire un po' di verde all'isola e riavviare l'agricoltura, che quella piazza verde diventi un centro di ritrovo e aggregazione per i lampedusani, che si possano sperimentare nuove modalità di raccolta dell'acqua, di recupero e coltivazione di varietà locali. C’è l’idea di raccontare la vita su un’isola così lontana dalla terraferma, in cui la vera emergenza riguarda spesso gli aspetti fondamentali della quotidianità, di parlare dei progetti che sognano per Lampedusa gli isolani. C’è l’idea di immaginare nuove prospettive possibili, nuove opportunità. C’è questo e tutto quello che verrà attorno a quel lembo di terra. Ora ne siamo ancora più consapevoli.


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