Food Policy a Roma: il primo Consiglio del Cibo

Pubblicato da Redazione

il 27/10/2023

Il 27 ottobre scorso, nella cornice della III Conferenza Agricola della città di Roma, si è svolto il primo Consiglio del Cibo, l'organo designato a dare un contributo concreto alla redazione del Piano del cibo della capitale.

Una campagna, quella sulla Food Policy, che abbiamo voluto fortemente fin da subito, possibile solo grazie all'approvazione della delibera 38/2021, figlia di un percorso partecipativo dal basso, di cui siamo stati protagonisti e animatori. E che, infine, è stata accolta dalla politica con un atto ufficiale. Il lavoro politico e di rete di questi anni ha portato lo scorso aprile all'approvazione di un Regolamento, che ha istituito formalmente il Consiglio del cibo. Oggi, con la prima assemblea, abbiamo raggiunto il risultato che volevamo. Siamo pronti!

La sfida che abbiamo davanti non sarà facile. Ne abbiamo avuto un assaggio in questi ultimi anni, in cui, tutti gli attori del settore agroalimentare, dai più piccoli ai più grandi, hanno provato a sedersi attorno a un tavolo, per definire priorità e obiettivi, che spesso non collimavano.

Inoltre come ogni Consiglio, anche questo avrà un/una presidente. Non sarà un lavoro semplice: si tratta di coniugare proprio le diverse necessità che arrivano dai tanti mondi dell'agroalimentare: dalla produzione agricola al commercio, piccolo e su grande scala, dalla ristorazione alla educazione.

Lo ha ribadito il nostro direttore Fabio Ciconte, che durante questo primo Consiglio del Cibo è intervenuto dichiarando:

"Non era scontato arrivare fin qui e quindi credo che vada dato merito a questa amministrazione di averlo fatto, a partire dall’Assessora (Sabrina Alfonsi, ndr), il presidente e i vari consiglieri che ci hanno aiutato in questi anni. La cosa che mi preme di più è fare un appello a chi sarà la prossima presidente o il prossimo presidente del Consiglio del cibo. Dobbiamo raccogliere una sfida molto complessa: tenere insieme mondi molto diversi tra loro, che in buona parte non si parlano, che si guardano anche con un certo scetticismo, perché il mondo della produzione parla difficilmente con il mondo della distribuzione, che non parla con l’associazionismo e con il sociale. Il rischio è di espellere da questo gruppo i mondi produttivi!
Lo sforzo del futuro/della futura presidente allora deve essere questo: riuscire a fare un consiglio che tenga insieme tutti, che sappia scrivere delle politiche, che sappia aprire i conflitti e risolverli".

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