Pubblicato da Redazione
il 04/11/2021
Le aste al doppio ribasso sui prodotti alimentari sono ufficialmente vietate nel nostro paese. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legislativo che attua la Direttiva Europea del Parlamento e del Consiglio Ue in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare, in cui è inserito il divieto di acquistare prodotti agricoli e alimentari attraverso il ricorso a gare e aste elettroniche a ribasso (ART.5).
Partendo dalle inchieste di Fabio Ciconte, direttore di Terra!, e del giornalista Stefano Liberti, pubblicate su Internazionale, che hanno scoperto e denunciato per la prima volta il meccanismo delle aste già nel 2016, in questi anni Terra! ha più volte messo in luce le pratiche sleali della GDO, in particolare di alcune sigle dei discount.
E’ il caso di Eurospin, scoperto nel luglio 2018 ad acquistare, tramite un’asta al ribasso, 20 milioni di passate di pomodoro a 31,5 centesimi, quasi al di sotto del costo di produzione.
Il gruppo si è ripetuto nel 2019, quando con lo stesso metodo aveva acquisito 10 mila quintali di pecorino romano, proveniente da latte sardo, negli stessi giorni in cui i pastori protestavano per la compressione dei prezzi.
L’ultimo caso che abbiamo denunciato risale al marzo 2020, in piena pandemia, quando Eurospin ha organizzato una serie di aste al ribasso per acquisire prodotti della quarta gamma, le classiche insalate in busta. Questa volta, secondo le fonti consultate da Terra! si è arrivati a ribassi del 30% rispetto al prezzo di partenza.
Ecco perché Terra! ha lanciato, insieme alla Flai CGIL, la campagna #ASTEnetevi, che è riuscita ad ottenere già nel 2017 la firma di un protocollo tra parte della distribuzione organizzata e il Ministero dell’Agricoltura e un disegno di legge a prima firma Susanna Cenni approvato alla Camera nel 2019. Ma prima della fine del suo iter, è arrivato il recepimento della Direttiva europea sulle pratiche sleali nella filiera, che ha aggiunto le aste al ribasso all’elenco delle pratiche vietate.
La messa al bando delle aste rappresenta un pezzo di una battaglia più ampia, quella per il riequilibrio dei rapporti di potere nella filiera. L'approvazione di questo divieto oggi suona come la vittoria di migliaia di produttori agricoli, che subiscono lo strapotere della GDO - che nel nostro paese commercializza il 70 per cento dell'ortofrutta circa - e di migliaia di lavoratrici e di lavoratori agricoli.
Non è subito chiaro il nesso che intercorre tra lavoratori sfruttati e aste al doppio ribasso, ma è anche nell'ossessione dei prezzi bassi, nella mercificazione del cibo che troviamo sugli scaffali dei supermercati e nel ricatto che subiscono i produttori che vanno cercate le cause del fenomeno del caporalato e della ghettizzazione di tanti lavoratori del settore agricolo.
Da oggi, con l'approvazione del divieto delle aste, la filiera diventa un po' più equa.