Pubblicato da Redazione
il 19/04/2025
Tre Comuni italiani – Spoltore, in provincia di Pescara, San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone e Castenedolo, in provincia di Brescia– hanno approvato la mozione per gli enti locali che Terra!, insieme a Greenpeace, ISDE, Lipu e WWF, ha promosso per riconvertire il sistema degli allevamenti intensivi verso un modello più sostenibile.
Un segnale importante per la transizione del sistema zootecnico italiano, che apre la strada a un modello agricolo più sostenibile, equo e rispettoso di salute, ambiente e animali.
Una mozione per la transizione agro-ecologica del sistema zootecnico
La mozione approvata nasce con l’obiettivo di spingere il Paese a superare il modello degli allevamenti intensivi, favorendo un sistema agricolo incentrato su biodiversità, salute pubblica e giustizia sociale.
Questa azione dal basso, che chiama in causa gli enti locali, rappresenta un sostegno concreto alla proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi - Per una transizione agroecologica della zootecnia”, presentata dalle stesse associazioni promotrici nel marzo 2024 a Montecitorio, a oggi sostenuta da 23 parlamentari di cinque diverse forze politiche, da decine di associazioni e comitati, ma ancora in attesa di discussione in Commissione Agricoltura alla Camera.
A livello nazionale il settore zootecnico è responsabile di oltre due terzi delle emissioni nazionali di ammoniaca (seconda fonte di formazione delle polveri fini, PM2,5, che causano decine di migliaia di morti premature ogni anno) e dell’inquinamento causato da eccessivi carichi di azoto e derivati nel terreno e nelle acque, con l’Italia sotto procedura d’infrazione per il mancato adeguamento alla Direttiva nitrati e il mancato raggiungimento di “buono stato” di tutte le acque, come previsto dalla Direttiva acque.
Il ruolo guida dei Comuni italiani
I tre Comuni approvanti – situati in Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia – danno un segnale chiaro: la transizione ecologica può e deve partire dai territori.
«Lo scorso 20 marzo il nostro Consiglio comunale ha approvato una mozione importante: chiediamo un cambio di rotta nel modo di fare zootecnia, sostenendo la riconversione degli allevamenti intensivi in modelli più sostenibili e rispettosi di salute, ambiente e animali. Non possiamo rimanere indifferenti davanti a un tema che riguarda tutti», dichiara il sindaco di Castenedolo, Pierluigi Bianchini. «Speriamo che tanti altri Comuni scelgano di unirsi a questo percorso, per costruire insieme un sistema agricolo più giusto. Allo stesso tempo, vogliamo esprimere il nostro sostegno alle piccole realtà agricole locali, che ogni giorno lavorano con cura e rispetto per la terra, rappresentando un’alternativa concreta e preziosa»
«L’approvazione della mozione in tre Comuni di tre diverse regioni è un primo, significativo segnale di cambiamento che parte dai territori. È da qui che può prendere slancio una spinta concreta verso una legislazione nazionale capace di tutelare salute, biodiversità e la sostenibilità socio-economica del comparto agricolo», dichiarano le cinque associazioni promotrici. «L’attuale modello zootecnico italiano – sempre più concentrato in grandi realtà intensive e industriali – sta penalizzando le piccole e medie aziende, mettendone a rischio la sopravvivenza. Con la nostra proposta di legge vogliamo offrire un’alternativa credibile: un percorso di transizione che permetta al settore di resistere nel tempo, tutelando ambiente, salute pubblica e giustizia sociale».
La proposta di legge n.1760 punta a rendere protagoniste le piccole aziende agricole zootecniche in Italia, incoraggiando la transizione ecologica di quelle grandi e medie attraverso un piano di riconversione del sistema finanziato con un fondo dedicato.
Prevede nell’immediato una moratoria all’apertura di nuovi allevamenti intensivi e all’aumento del numero di animali allevati in quelli già esistenti.
Scopri il manifesto pubblico della proposta di legge
Stabilisce che vengano definiti criteri e modalità per la riorganizzazione produttiva degli allevamenti intensivi e il riconoscimento di adeguate risorse economiche per il sostegno ad aziende che già adottano buone pratiche agro-ecologiche e rispettose del benessere animale.
A tal fine, prevede l’istituzione di un tavolo di partenariato tra attori economici, sociali, agenzie ed enti di ricerca per la redazione di un Piano nazionale di riconversione: in questa partita i Comuni, quali enti più vicini alla cittadinanza, hanno un ruolo cruciale nel promuovere politiche locali a favore di sostenibilità ambientale, socio-economica e salute pubblica, seguendo l’esempio dei primi tre Comuni che hanno scelto di agire.