Pubblicato da Redazione
il 20/01/2025
Due poli opposti - Nord e Sud-, 19 regioni e tanti, tantissimi semi.
Parte la staffetta della biodiversità di Terra!. Un nuovo strumento che abbiamo messo a punto per incontrare le realtà produttive del nostro paese, che come noi, ripongono nei semi la speranza per il futuro dell'agricoltura.
Una staffetta che si propone di "salvare" simbolicamente alcuni semi in via di estinzione e che ci consente di parlare e ampliare le conoscenza sui temi della biodiversità e della perdita di biodiversità in agricoltura.
Ogni tappa unirà idealmente i due capi opposti del nostro paese. Si parte il 25 e il 26 gennaio, con le prime due tappe, a Lampedusa e a Trento (scopri le tappe confermate nel programma in basso). Si chiude a settembre a Roma, il comune agricolo più grande d'Italia, dove lanceremo un messaggio alle istituzioni: mettere in semi nelle mani dei contadini.
A compiere fisicamente questa staffetta, saranno aziende, seed saver (salvatori di semi), associazioni sparse in tutta Italia, che si "passeranno di mano in mano" un quaderno-raccoglitore di semi.
Nel corso dell’ultimo secolo si è perso il 75% delle piante e dei frutti commestibili a favore di varietà esteticamente perfette, geneticamente uniformi e ad alta produttività. È proprio l’uniformità che ha rappresentato – e rappresenta tuttora – l’elemento distintivo con cui è stata reinterpretata l’agricoltura negli anni. Ma uniformità è l’esatto contrario di biodiversità. Al crescere dell’una (uniformità) diminuisce l’altra (biodiversità).
Anche se il cambiamento climatico è uno dei fattori che determinano la perdita di biodiversità, si prevede che la diversità delle colture possa svolgere un ruolo significativo sia nella mitigazione degli effetti negativi, sia nell’adattamento. È chiaro quindi che una chiave per raggiungere l’adattamento è ampliare la base genetica delle colture.
Da tempo affrontiamo questo aspetto nascosto del cibo attraverso reportage, campagne e libri scritti dal nostro Fabio Ciconte (Il grande carrello; Fragole d'inverno; Chi possiede i frutti della terra; L'Ipocrisia dell'abbondanza, ed. Laterza) e nel recente monologo “Che fine ha fatto Rosmarina?-Sulle tracce della biodiversità”, uno spettacolo teatrale innovativo e originale.
E in questi mesi, grazie al progetto "Generazione cibo - Cittadinanza attiva per i sistemi alimentari sostenibili"*, stiamo lavorando concretamente alla divulgazione e sensibilizzazione sul cibo, sul futuro del cibo e sul futuro del pianeta. E la staffetta è lo strumento che abbiamo scelto per parlarne.
Il ruolo chiave dell'agrobiodiversità è infatti spesso relegato a un dibattito tra gli addetti ai lavori. Ma se si pensa che mangiamo sempre le stesse specie vegetali e le stesse varietà, con gravi conseguenze per la salute, l'ambiente e l'agricoltura, la questione della biodiversità inizia ad essere un problema che riguarda tutti.
In tutta Europa, assistiamo infati a una crescente espansione da parte dell’industria delle sementi e proliferano le opposizioni dei piccoli agricoltori che conservano, utilizzano, scambiano e vendono i propri semi.
A livello globale, un pugno di aziende oggi ha in mano oltre il 60% del mercato delle sementi. Tutte queste operazioni nascono per portare alcune tecnologie funzionali alla selezione dei semi all'interno di un unico soggetto economico, in modo da coordinare ricerca e sviluppo, orientandole alla conquista del mercato, privando gli agricoltori della libertà di mettere in circolo i propri semi, spesso tramandati da generazioni.
Bisogna quindi moltiplicare gli strumenti e le occasioni per sensibilizzare la società civile sul futuro del cibo che arriva sulle nostre tavole, incontrarsi e trovare soluzioni per il futuro con chi, ogni giorno, vive sulla propria pelle il dramma di vedere sparire tutto ciò che possiede.
Abbiamo un folto calendario per la staffetta, ma alcune date saranno confermate prossimamente.
Partiamo!
*"Generazione cibo" è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali
DL 117/2017 - Avviso n° 2/2023.
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