Il caporalato e lo sfruttamento sono problemi cruciali dell’agricoltura e del sistema alimentare italiano. In Italia, le stime parlano di 230 mila lavoratori impiegati irregolarmente in agricoltura, due quinti delle ore lavorate non sono regolari. Al di là dei casi più palesi di lavoro “nero”, ci sono migliaia di lavoratori e lavoratrici che hanno a che fare con un impiego regolare in agricoltura almeno per parte del proprio tempo di impiego.
Caporalato, sfruttamento, lavoro grigio sono problemi che riguardano l’intero territorio nazionale. Se nel Sud si registra la maggioranza delle ore di lavoro agricolo non regolare, al centro-Nord il tasso di irregolarità oscilla tra il 20 e il 30%.
Il radicamento dello sfruttamento del lavoro in distretti agricoli ricchi e in settori che producono prodotti commercializzati a prezzi elevati solleva domande profonde sulla struttura e il normale funzionamento delle filiere e dei comparti produttivi: come si distribuisce il valore lungo la filiera? Che peso hanno queste dinamiche nel determinare le condizioni in cui lo sfruttamento si radica e riproduce in determinati contesti produttivi? Qual è il giusto prezzo dei prodotti alimentari, ovvero il prezzo che include le cosiddette “esternalità negative”, l’impatto del cibo su ambiente, salute e redditi di cittadini, produttori e lavoratori?
Nel nostro report abbiamo individuato una serie di elementi, di segni distintivi – li abbiamo definiti “ingredienti” – che si ritrovano in tutte le filiere che abbiamo analizzato in questo rapporto e, più in generale, in tutta l’agricoltura italiana ed europea. In particolare:
Scopri le regioni indagate nel nostro rapporto Gli ingredienti del caporalato
Compila il form in tutti i suoi campi e riceverai il nostro rapporto tramite email. Grazie!