Un nuovo capitolo nel lavoro di Terra! su caporalato e sfruttamento in agricoltura.
Con Gli Ingedienti del caporalato - Il caso del Nord Italia, abbiamo analizzato le filiere cosiddette "di eccellenza" del made in Italy, finite nel mirino di inchieste nazionali e internazionali per episodi di grave sfruttamento.
Terra! offre un nuovo punto di vista sul caporalato. Dopo il Sud Italia, il Mediterraneo europeo, e la Lombardia, in questo report, un gruppo di ricerca ha indagato le forme di sfruttamento e di intermediazione nelle regioni del Nord Italia: Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Anche in queste ricche regioni, in cui l'agricoltura è caratterizzata da maggiori profitti e investimenti, non manca lo sfruttamento, che qui si manifesta in forme molto diverse, apparentemente inserite in un quadro di legalità, quindi più difficili da fare emergere.
Dalle cooperative senza terra alle partite IVA, dalle srl alle srls: i soggetti intermediari, che reclutano la manodopera sono cambiati radicalmente. E a farne le spese, sono lavoratrici e lavoratori perlopiù migranti, provenienti ormai dall'Asia meridionale e dall'Africa subsahariana, più vulnerabili e ricattabili.
Dalle disfunzioni lungo la filiera agroalimentare alle tante forme di ricattabilità in agricoltura, spesso peculiari di una certa imprenditoria del Nord, gli ingredienti del caporalato incontrati nel report sono moltissimi.
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Il caporalato e lo sfruttamento sono problemi cruciali dell’agricoltura e del sistema alimentare italiano. In Italia, le stime parlano di 230 mila lavoratori impiegati irregolarmente in agricoltura.
Ci sono una serie di elementi, di segni distintivi – li abbiamo definiti “ingredienti” – che si ritrovano in tutte le filiere che abbiamo analizzato in questo rapporto e, più in generale, in tutta l’agricoltura italiana ed europea.
A partire dal mese di aprile 2024, le Langhe sono finite al centro di due inchieste giudiziarie per sfruttamento del lavoro: gravi soprusi ai danni dei braccianti, irregolarità sulle paghe, maltrattamenti e indegne condizioni di alloggio. Il radicamento dello sfruttamento del lavoro in distretti agricoli ricchi e in settori che producono prodotti commercializzati a prezzi elevati solleva domande profonde sulla struttura e il normale funzionamento delle filiere.
Questa regione è il punto di arrivo della “Rotta balcanica”, con un bacino di migliaia di richiedenti asilo che, per la loro condizione di necessità, rappresentano vittime ideali per il sistema dello sfruttamento. Ma a distanza di otto anni dall’approvazione della legge 199/2016, in Friuli non esiste ancora una specifica legge regionale per il contrasto al caporalato.
Il valore della produzione lorda agricola del Veneto, nel 2023, è stato stimato a 7,7 miliardi di euro. In pochi anni, gli ettari destinati alla produzione di prosecco sono passati dagli 8.700 del 2010 ai più di 24 mila attuali. In un sistema non esente da distorsioni, i lavoratori e le lavoratrici migranti, spesso vulnerabili, riempiono le fila della manodopera agricola in maniera sempre più massiccia.
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